I Chiostri di San Pietro a Reggio Emilia, giovedì 20 novembre, hanno fatto da cornice all’iniziativa “COOPERAZIONE: #RiParto dal benessere e dalle persone”, dedicata ai percorsi di welfare aziendale per agevolare il rientro al lavoro delle madri, favorire la natalità e promuovere il work-life balance.
Il dibattito è stato moderato da Raffaella Curioni, presidente Quadir, e ha dato voce alle esperienze di Consorzio Care Expert con Fabio Diana, Coopservice con Alessandro Collini, Gulliver con Enrico Guancia e Proges con Francesca Corotti e Laura Parenti. A portare il contributo del movimento cooperativo sono intervenute anche Legacoop Emilia Ovest e Legacoop Estense, sottolineando il ruolo della cooperazione come attore di cambiamento culturale e sociale.
Minimo comune denominatore è la partecipazione delle cooperative intervenute all’Avviso #RiParto, promosso dal Dipartimento per le Politiche della Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, volto a incentivare la realizzazione di progetti di welfare aziendale capaci di sostenere il rientro delle lavoratrici madri e di favorire l’armonizzazione tra tempi di lavoro e tempi di cura. Durante l’incontro è stato ribadito come la maternità non debba costituire un ostacolo alla carriera professionale, ma piuttosto un valore da tutelare attraverso strumenti concreti e servizi accessibili.
Il contesto da cui nasce la misura è quello di un Paese che registra ancora forti divari di genere. Secondo i dati Istat, le donne tra i 25 e i 49 anni sono occupate nel 73,9% dei casi se non hanno figli, mentre la percentuale scende al 53,9% quando è presente almeno un bambino sotto i sei anni. Parallelamente, il tasso di occupazione dei padri tende invece a crescere con l’aumentare dei figli. A questo si aggiunge il fenomeno della denatalità, con un calo costante delle nascite e un record negativo nel 2021, quando i nati residenti sono stati appena 399.431.
Gli interventi hanno ricordato anche come la pandemia abbia aggravato i divari di genere, generando quella che è stata definita “shecession”, con un impatto economico particolarmente sfavorevole per le donne, soprattutto madri di bambini in età prescolare. Il lavoro domestico e di cura rimane ancora oggi distribuito in maniera asimmetrica, con un indice di asimmetria del 62,6% tra le coppie occupate, a conferma della necessità di politiche mirate.
In particolare, le cooperative hanno ribadito il loro impegno a promuovere azioni mirate: il rafforzamento del coinvolgimento del mondo delle imprese in un cambiamento non solo operativo ma soprattutto culturale, volto alla piena partecipazione femminile al lavoro; il sostegno all’empowerment femminile e genitoriale; lo sviluppo di un welfare aziendale inclusivo; il supporto al ruolo genitoriale in un’ottica di armonizzazione tra vita privata e professionale; l’attivazione di incentivi al rientro dopo il parto o l’adozione; e infine percorsi di formazione e aggiornamento per accompagnare le lavoratrici nel reinserimento.
Nel corso del dibattito è emersa la convinzione che il welfare aziendale possa rappresentare una leva fondamentale per sostenere le famiglie e favorire la piena partecipazione femminile al mercato del lavoro. Le cooperative intervenute hanno portato esempi concreti di servizi e progetti già avviati, dimostrando come la sinergia tra imprese e istituzioni possa contribuire a costruire un sistema integrato di sostegno.

