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AttivaGiovani, a Piacenza raccolti 24mila euro alle Coop per tirocini formativi

AttivaGiovani: quando un’iniziativa rivolta ai giovani diventa un grande successo di solidarietà
 
Quando fare la spesa diventa un atto di solidarietà. Un meccanismo facile, elementare quello di Vantaggi per la comunità che converte punti spesa in progetti a sostegno del territorio. Una cifra molto elevata è quella raccolta quest’anno da Coop Consumatori Nordest perAttivaGiovani: 327.224 euro sono tanti e saranno convertiti in tirocini formativi per giovani inoccupati o disoccupati.

A Piacenza, nei 4 punti vendita coinvolti nella raccolta sono 24.183 gli euro disponibili per finanziare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. E la cifra è ancora più sorprendente se si pensa che le famiglie italiane sono alle prese con la crisi – la capacità di spesa è quella di 17 anni fa – e che le occasioni per scegliere premi o buoni spesa non mancano. A Piacenza è stato così superato l’importo raccolto lo scorso anno.
 
Il risultato più significativo del progetto che due anni fa nacque a Mantova per poi estendersi alle province vicine di Parma e Piacenza, Reggio Emilia e Brescia, è che i soci Coop credono nel futuro e nella necessità di sviluppare politiche a favore dell’occupazione giovanile, iniziative di carattere privato in grado di puntellare le misure già in atto da parte del governo per contrastare uno dei problemi più gravi del nostro paese: la disoccupazione, in particolare giovanile.

A maggio il tasso di disoccupazione, secondo l’Istat, è rimasto invariato al 12,4% rispetto al mese precedente: gli occupati in meno rispetto ad aprile sono 63 mila (-0,3%). La disoccupazione giovanile a maggio era al 41,5% e l’Istat parla di una diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente. Ci sono 20 mila ragazzi in meno in cerca di lavoro: ma l’emergenza esiste e si percepisce anche nelle 5 province coinvolte dal progetto.
 
Le ragioni del successo di questa azione di solidarietà locale sono tante: il progetto è stato accolto fin da subito come una risposta concreta e praticabile a un problema esistente anche in quei territori da sempre in grado di offrire opportunità ai giovani. La sinergia poi fra i vari attori coinvolti – dal supermercato che ha promosso la donazione dei punti, alle associazioni (Alleanza delle Cooperative Italiane di Reggio Emilia, Agci Confcooperative, Legacoop, Legacoop Emilia Ovest e Legacoop Mantova, Confcooperative Mantova) che hanno svolto un ruolo di coordinamento fra domande, enti formativi accreditati e cooperative sociali, imprese e cooperative di comunità ospitanti – è stata massima. Un successo di questa portata, non privo interventi polemici, trova le sue radici anche nell’opera di informazione capillare svolta nei punti vendita della cooperativa dai rappresentanti sociali, dalle cooperative ospitanti i tirocini e dalla collaborazione che la rete di vendita ha saputo prestare. Una collaborazione resa possibile dalla conoscenza e condivisone degli obiettivi del progetto.
 
La precedente edizione AttivaGiovani, partita in via sperimentale a Mantova a settembre 2014, aveva raccolto 44.000 euro, attivando 21 stage lavorativi. Alcuni dei ragazzi che hanno partecipato hanno anche convertito lo stage in un posto di lavoro.
La seconda edizione ha visto su Mantova – Brescia la raccolta del doppio delle risorse rispetto alla precedente – 88.577 euro -, mentre Parma ha incrementato la raccolta con oltre 63.000 euro e Reggio Emilia ha fatto lo stesso con oltre 149.400 euro. Una storia positiva è quella diAttivaGiovani che, dice Lorenzo Piovano uno dei partecipanti della scorsa edizione “E’ un bel messaggio di speranza se una parte della comunità rinuncia a qualcosa per investire sul futuro dei giovani. E’ fondamentale offrire questi spazi ai giovani perché oggi le opportunità sul nostro territorio sono poche oppure non rispondono pienamente ai nostri desideri, e se vogliamo provare a diventare quel che sogniamo queste esperienze aiutano molto. E’ inutile ribadire quanto importanti siano i giovani in una comunità: escluderci dal futuro significherebbe la rovina dell’intera comunità. Cosa portiamo al mondo del lavoro? Aria nuova e probabilmente potremmo convincere imprenditori, direttori di redazione, datori di lavoro, che investire su un giovane porta sempre frutti”.