Si è concluso con la conferma di Alberto Alberani come responsabile regionale e la nomina di 84 alle assise nazionali il congresso di Legacoopsociali Emilia-Romagna che si è tenuto il 5 novembre 2021, presso Fico a Bologna.
L’incontro, che ha visto la partecipazione di oltre 180 cooperatrici e cooperatori in rappresentanza delle 202 cooperative aderenti all’associazione delle cooperative sociali, è stata aperta dalla direttrice di Legacoop Emilia-Romagna Barbara Lepri e conclusa dal presidente di Legacoop Emilia-Romagna Giovanni Monti.
Dopo il saluto del presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e la relazione di Alberto Alberani sono intervenuti: Luciano Marangoni, consulente di Legacoop Emilia-Romagna; Guido Caselli, direttore del Centro studi e vicesegretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna; Giancarlo Pergallini, ufficio comunicazione Legacoop Emilia-Romagna; Raffaele Donini, assessore alle politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna; Eleonora Vanni, presidente di Legacoopsociali nazionale.
“Siamo molto soddisfatti per l’ampiezza e la qualità della partecipazione che si è registrata nei congressi territoriali e a livello regionale – ha osservato Alberto Alberani –. La pandemia ha accelerato e reso più evidenti i processi di trasformazione in corso nella società stimolando ad affrontare con più determinazione la strada dell’innovazione”.
“La cooperazione nel suo insieme è pronta a fare la sua parte – ha assicurato Giovanni Monti –. La cooperazione sociale, che è parte fondante del welfare di questa regione, può sviluppare al meglio i propri servizi sviluppando forti sinergie con le cooperative che operano in altri campi come, per esempio, quelle di abitanti”.
Maggiore intensità di assistenza sanitaria nelle Rsa e ampliamento della domicialiarità sono tra i progetti di punta della cooperazione sociale. “Un tema, quello della domiciliarità, nel quale la cooperazione sociale ha come interlocutore privilegiato la cooperazione di abitanti – ha sottolineato Barbara Lepri, che è anche responsabile delle cooperative di abitanti dell’Emilia-Romagna –. Assieme stiamo progettando nuove realtà nelle quali sia possibile vivere in spazi personali ma in un contesto che metta in comune servizi e opportunità”.
Altri progetti riguardano la creazione di poli per l’ infanzia che accolgono bambine e bambini da 1 a 6 anni con un’unica figura professionale, poli-spazi aperti anche nel week end, con servizi rivolti a chi non frequenta i servizi e per sostenere gli interventi domiciliari, poli con servizi di pediatria e di supporto alla genitorialità. Ed è sui servizi all’infanzia che la cooperazione sociale insiste nel richiedere che si esca dalla logica della gare d’appalto per passare all’accreditamento, così come già avviene per i servizi alle persone anziane.
“La cooperazione di tipo B, quella che ha come soci e addetti persone fragili e disabili, è un chiaro esempio di quella economia circolare della quale si parla tanto – ha concluso Alberani tornando a chiedere che la Regione dia vita a un Patto per valorizzare il lavoro sociale –. In quelle cooperative, infatti, si raggiungono obiettivi di giustizia sociale, affidando lavoro e responsabilità a persone altrimenti lasciate a casa; si svolgono attività rispettose dell’equilibrio ecologico, con i bilanci in ordine e gli addetti in regola”.