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La bovina da latte nella zona del Parmigiano Reggiano: innovazione e tradizione. Presentato il piano

LattEmilia ha organizzato il 3 novembre, presso la Cantina Albinea Canali in via Tassoni 213 a Canali di Reggio Emilia, il convegno “La bovina da latte nella zona del Parmigiano Reggiano: innovazione e tradizione per un allevamento sostenibile e per prodotti di qualità”. Nel corso del convegno è stato presentato il Piano di innovazione finanziato dalla misura 16.1.01 del Piano di Sviluppo Rurale dell’Emilia-Romagna.

LattEmilia è una società cooperativa agricola costituita nel 2007. Associa 17 imprese tra cooperative, aziende agricole e società private produttrici di Parmigiano Reggiano prodotto con il latte proveniente da circa 450 aziende agricole della provincia di Reggio Emilia e Parma, che trasformano oltre 150 milioni di litri di latte in Parmigiano Reggiano, burro, panna e siero di latte.

Sono intervenuti al convegno Luigi Tamburini, presidente di LattEmilia, Luisa Antonelli Volpelli di Unimore, Dipartimento di scienze della vita, responsabile del progetto, e i referenti delle aree di ricerca del progetto (Crpa, Fondazione Crpa, Università di Bologna e di Parma, Crea).

“Nel corso del tempo – spiegano i responsabili del progetto – nel comprensorio del Parmigiano Reggiano l’aumento della produzione di latte ha ridotto la longevità e fertilità delle bovine. Il progetto finanziato si propone di studiare tecniche di allevamento e di alimentazione maggiormente rispettose del benessere animale, aumentando la longevità e fertilità delle vacche come in tempi passati; di analizzare la validità economica di modelli di produzione aziendali basati su vacche più longeve; di sviluppare nuovi prodotti lattiero caseari per valorizzare il latte prodotto nella filiera costituita dai partecipanti”.

“Dalle variazioni delle tecniche di alimentazione delle vacche da latte – prosegue LattEmilia – ci si attendono miglioramenti della persistenza delle curve di lattazione, della fertilità e longevità, riducendo contemporaneamente l’incidenza di alcune patologie e l’utilizzo di farmaci grazie al maggior benessere degli animali. Ci si attendono soprattutto variazioni delle caratteristiche di composizione del latte benefiche per la salute dei consumatori, che verranno analizzate con tecniche specifiche, sia sul latte sia su prodotti lattiero-caseari tradizionali e innovativi che saranno sviluppati durante il progetto”.

Il progetto è coordinato da Foqus, ed è seguito da un Gruppo Operativo per l’Innovazione che ha come responsabile scientifico Luisa Antonelli Volpelli e come responsabile organizzativo Pierfrancesco Antonini. Del gruppo operativo fanno parte LattEmilia, Unimore, Crpa, Ecsr, Università di Bologna, il Crea (Consiglio per la ricerca in Agricoltura), Montanari & Gruzza, Paverazzi, Cila, Latteria di Rosano, Latteria sociale San Giovanni della Fossa. Partecipano all’iniziativa la Stalla sociale Rinascita, la Stalla sociale San Martino, l’Azienda agricola fratelli Rossi e la Società agricola Dall’Aglio.