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La cena al fresco, nell’ambito del progetto “B. – Diritto alla bellezza”

Il 29 marzo presso il carcere di Reggio Emilia si è svolta “la cena al fresco”, un’iniziativa di solidarietà ed inclusione sociale promossa nell’ambito di “B.-Diritto alla Bellezza”.
La serata è stata promossa dal Comune di Reggio Emilia insieme con la Direzione degli Istituti penitenziari, nell’ambito del progetto di mandato Reggio Emilia Città senza Barriere gestito da Farmacie Comunali Riunite, in collaborazione con gli Istituti Penitenziari di Reggio Emilia ed il Consorzio Oscar Romero.

RIPARARE LE RELAZIONI
Venerdì sera l’Istituto Penale di Reggio Emilia si è trasformato: sotto la direzione creativa di ANTONIO MARRAS, in collaborazione con Tonino Serra e Modateca Deanna le mura della prigione sono sparite per una notte.
Lo chef stellato LUCA MARCHINI ha cucinato e lo ha fatto insieme ai detenuti, li ha guidati e formati per la cena di quella sera preparando piatti di alta cucina per tutti i 420 detenuti dell’Istituto e per i 130 cittadini invitati ad entrare, a cenare assieme ai detenuti e a condividere questo momento. Un’occasione unica che ha unito all’alta cucina la conoscenza di un luogo e l’esperienza di un incontro.
Il ricavato della cena contribuirà ai costi di ristrutturazione della cucina e consentirà il recupero dell’area accoglienza bimbi, uno spazio interno all’Istituto dove avvengono i colloqui coi genitori detenuti. Uno spazio che, prima di ogni altra cosa, deve rispettare i bimbi, le mamme e i papà: il loro diritto ad un abbraccio, il loro diritto a un momento di gioco, a un po’ di colore, al racconto di una storia, ad un ricordo che sia il più bello possibile.

PERCHÈ HANNO PARTECIPATO?
Per cogliere l’opportunità di un incontro. Per andare oltre i pregiudizi e darsi il tempo della conoscenza. Per dare una testimonianza diretta di come si possano raggiungere risultati positivi anche in contesti particolarmente difficili. La serata è iniziata visitando alcuni luoghi dell’Istituto, per incontrare e dialogare con alcuni detenuti, conoscere alcuni progetti dell’area trattamentale, in particolare quelli legati al lavoro come occasione rieducativa per i detenuti, ma anche come opportunità di business per le imprese in una logica evoluta di responsabilità sociale che, grazie ad una normativa nazionale particolarmente facilitante, fa del contesto penitenziario un’opportunità interessante e poco conosciuta. Per tutti l’invito a tenere vivo lo sguardo sulla realtà penitenziaria, a promuovere e proporre itinerari riabilitativi di bellezza,
integrazione e lavoro, che sono anche opportunità di business in una logica evoluta di responsabilità sociale che, grazie ad una normativa nazionale facilitante, fa del contesto penitenziario un’opportunità interessante, ancorché non sempre conosciuta.

LA CENA AL FRESCO è stata una tappa del percorso di condivisione del Manifesto del diritto alla bellezza. Un manifesto vivo, che si scriverà passo dopo passo, storia dopo storia. La cena al fresco è l’occasione per osare il gusto di un incontro. Per varcare una soglia. E tornare cambiati. Nasce grazie alla sensibilità e disponibilità dell’Amministrazione Penitenziaria e della Direzione dell’Istituto, dal loro coraggio di aprire le porte. Nasce per raccontare una giustizia differente, capace di riparare i luoghi e le relazioni.
Accompagnati da rappresentanti della polizia penitenziaria e dai funzionari dell’area educativa, gli ospiti hanno potuto visitare la cucina ristrutturata per l’occasione, conoscere alcuni progetti dell’area trattamentale, tra cui la falegnameria gestita dalla cooperativa “L’Ovile”, la lavanderia e alcuni laboratori artigianali. Hanno potuto dialogare a cena alcuni detenuti, in particolare coloro che hanno lavorato alla riqualificazione della cucina. Hanno avuto una testimonianza diretta delle capacità lavorative e produttive che la comunità dei detenuti racchiude, di come si possano raggiungere risultati positivi anche in contesti
particolarmente difficili.

RIPARARE I LUOGHI – LE CUCINE: Parte fondamentale del progetto è il recupero di luoghi. In questo caso, per questa prima tappa, si tratta delle cucine dell’Istituto Penale di Reggio Emilia. Luogo di lavoro quotidiano che impegna i detenuti per la preparazione di oltre 1000 pasti al giorno. Non si tratta semplicemente di un’operazione di manutenzione ordinaria, ma – nello spirito di B. – di dare a quel luogo la dignità di uno spazio non solo funzionale e pulito, ma bello e curato. Un obiettivo possibile grazie alla generosità e alla creatività di tanti sostenitori:125 persone coinvolte in un’esperienza unica di incontro: istituzioni, imprenditori, professionisti, società sportive, aziende.
B. DIRITTO ALLA BELLEZZA è un progetto nato dall’incontro tra le politiche di innovazione sociale del Comune attraverso il progetto Reggio Emilia Città senza Barriere (FCR) e il Consorzio di solidarietà Oscar Romero, che riunisce alcune delle principali cooperative sociali del territorio e che da oltre trent’anni si occupa di servizi alla persona e dell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. B. è patrocinato dalla Regione Emilia-Romagna e finanziato dal Dipartimento Pari opportunità della Presidenza del Consiglio del Ministri.
B. è un progetto che immagina che l’incontro tra creatività e fragilità possa essere generativo di nuove opportunità di inclusione sociale, che vuole affermare il diritto alla bellezza come base per ripensarsi come città e cittadini. È un progetto partecipativo costruito da una città intera, che incrementa l’interazione e la contaminazione fra differenti contesti e competenze, è la chiave attorno alla quale si costruisce una nuova idea di coesione sociale, di inclusione lavorativa, innovazione e sviluppo economico.
“Riconoscendo come Città il diritto alla bellezza, assumiamo il dovere di garantirlo nella cura di ogni cittadino”, cosi è scritto nel Manifesto del Diritto alla Bellezza che la Città di Reggio Emilia ha scritto e firmato il 05 maggio 2018.
Un impegno condiviso per tutta la città.
Scritto ed adottato dalla città, che ha partecipato con più di 700 persone durante l’evento del 5 maggio, è un documento collettivo realizzato quel giorno da centinaia di persone provenienti da mondo molto diversi che sono state incontrate nei mesi precedenti e con le quali sono state condivise riflessioni e pro- getti di avvicinamento: l’impresa, il sociale, i creativi, gli architetti, la sanità, la cultura e lo spettacolo, la moda, i bambini, le persone con disabilità, le comunità straniere, il carcere ecc. Il manifesto ha lo scopo di favorire l’ideazione e la realizzazione di spazi e servizi di qualità pieni di bellezza, aperti e fruibili da tutti, in particolare dalle persone fragili.
Il link al sito: www.cittasenzabarriere.re.it/b-diritto-alla-bellezza/

IL CARCERE è una parte della nostra città. La Casa Circondariale di Reggio Emilia accoglie circa 420 persone, di cui una decina donne; ha un reparto psichiatrico e una sezione dedicata all’accoglienza delle persone transgender.
E’ un luogo a cui la nostra costituzione assegna il compito di recuperare chi ha commesso un errore. E la certezza del recupero, ancor più della certezza della pena, rappresenta il fondamento per una società più sicura e coesa. Non c’è recupero se non c’è rispetto. Non c’è assunzione di responsabilità se non in una relazione educante. Per questo le carceri non possono essere luoghi periferici e dimenticati dalle nostre città, dalle nostre politiche.
Per questo B. diritto alla bellezza parte dal carcere, parte col carcere, con chi ci vive e con chi ci lavora, con chi lo visita.
Lo stilista Marras ci racconta: “Un detenuto mi ha raccontato che durante la serata ha rivisto le stelle in cielo, dopo 20 anni. Ecco, mi è bastato questo per sapere che tutto questo ha avuto senso”

Questa progetto è stato possibile grazie a:
LA Laboratorio di Architettura: progetto architettonico
FLORIM CERAMICHE: pavimenti e rivestimenti in gres porcellanato
ANGELO PO: arredamenti cucina
LITOKOLL: colle e stucchi
RAIMONDI SPA: macchine e strumenti per la posa
SIKKENS: tinteggiature
Conad Centro Nord per la fornitura delle materie prime necessarie per la preparazione della cena, la Tenuta di Aljano per i vini, Mazzini Garden per le piante da giardino, Mirtilla Flower shop per la fornitura di piantine per l’allestimento dei tavoli, Silla Simonini per la raccolta sponsor.

Tante le realtà che hanno partecipato e promosso l’iniziativa: Unindustria RE, Legacoop, Valorugby, Reggio Audace, Pallacanestro Reggiana, Box Tricolore.