Nasce a Reggio Emilia una cooperativa di comunità. Santa Croce, Stazione, Mirabello i quartieri interessati, venti le realtà che propongono l’iniziativa, nata nell’ambito del bando WelCom promosso dalla Fondazione Manodori.
Quella di Reggio Emilia sarà tra le prime in Italia realizzata in contesti urbani ed è stata proposta dopo un’attenta analisi delle dinamiche sociali e delle profonde trasformazioni che in questi anni hanno caratterizzato l’area. Gli indicatori dell’ultimo Rapporto sulla Coesione Sociale di Reggio Emilia, infatti, segnalano un’elevata parcellizzazione delle relazioni, isolamento, un forte ricambio demografico e di insediamenti abitativi ed economici.
La cooperativa di comunità, che si chiama ‘Impossibile’ perché non è una sfida semplice, si pone l’obiettivo di coinvolgere ampie fasce di residenti, ma non solo. Si tratta infatti di creare reti di cittadini, enti, associazioni per rinsaldare i legami sociali ed attivare nuove occasioni di imprenditorialità e di crescita culturale.
La cooperativa è stata presentata oggi, nella sede della Fondazione Manodori, da Gianni Borghi presidente della Fondazione, Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia, Matteo Caramaschi, presidente Confcooperative, Carlo Possa, Legacoop, Fulvio Bucci, presidente della cooperativa.
“Reggio Emilia ha una forte vocazione alla solidarietà e alla coesione sociale – dice Gianni Borghi – Il bando WelCom, lanciato dalla Manodori, tende a catalizzare energie e risorse su progetti condivisi per sostenere le vulnerabilità emerse, in particolare, dopo la recente crisi economica. Si tratta di trovare risposte innovative ai bisogni rilevanti. A due anni dall’inizio del bando, siamo molto soddisfatti dei risultati che si stanno ottenendo e dell’ampia partecipazione di tutte le realtà sociali”.
“Esistono una ricchezza di proposte e una pluralità di soggetti che da tempo agiscono in questo quadrante di città che molto spesso non trovano la giusta rappresentazione, le occasioni di dialogo ‘trasversale’ necessarie a far decollare in modo definitivo tanti progetti che, presi singolarmente, sono già in campo o sono in discussione proprio in questi mesi – afferma Luca Vecchi – Credo che questo nuovo interlocutore possa avere la forza e la capacità di mettere a sistema un vero e proprio ‘mondo’ che guarda ai quartieri di Santa Croce, del Mirabello e della zona stazione come chance di sviluppo, anziché come luoghi che si racchiudono in se stessi in una rappresentazione solo problematica dell’esistente. Si tratta certo di zone che vivono le loro contraddizioni, contraddizioni tipiche di ogni città in Italia, paradigmatiche dell’era globalizzata che stiamo vivendo. Ma, all’interno di ogni criticità, è insita al tempo stesso un’opportunità che io credo la nuova cooperativa di comunità possa far uscire in modo positivo.”
La Cooperativa si rivolge a tutta la comunità del territorio di Reggio Emilia, per raccogliere idee, proposte, impegno civile per un intento comune.
Tra le prime iniziative messe in campo, ci sarà un ‘mercato internazionale di quartiere’, che tiene conto della diversità etnica espressa nell’area interessata, per sperimentare attività imprenditoriali solidali e auto-sostenibili. Il mercato prevede anche un servizio di consegna della spesa a domicilio per tutta la città.
Sul versante educativo, partiranno laboratori per i giovani della ‘Stazione Educativa’ dell’oratorio Don Bosco e dello ‘Spazio Raga’ di via Turri. Verranno inoltre sollecitati gli abitanti di Santa Croce, Stazione e Mirabello per proporre percorsi per incentivare la bellezza e rendere più vivibili i loro quartieri.
Matteo Caramaschi sottolinea “l’innovazione e la grande attualità di questo progetto che incrocia competenze e strumenti della cooperazione di comunità con quelli della rigenerazione dei tessuti urbani e parte da gesti di cambiamento dei soggetti istituzionali e imprenditoriali che lo hanno promosso. Questa cooperativa di comunità urbana a Reggio Emilia, proprio nei quartieri più sensibili a percezioni di insicurezza e disagio, testimonia questa urgenza e la propone lì come opportunità di tenuta e sviluppo comunitario. Si tratta peraltro di rimettere in gioco, su domande sociali e possibilità economiche inedite, un patrimonio culturale assolutamente presente nella storia e nelle esperienze attive della cooperazione reggiana che potremmo definire tutta di luogo”.
Reggio Emilia si colloca all’avanguardia a livello nazionale sui temi delle cooperative di comunità, costituite da e con cittadini ed associazioni dei diversi territori, ed è sul nostro Appennino, dove sono già attive due esperienze simili, che ha sede la Scuola nazionale delle cooperative di comunità.
“Con il progetto delle cooperativa ‘Impossibile’ – spiega Carlo Possa – si vuole reinventare una esperienza, quella delle cooperative di comunità, che ha radici profondamente reggiane, in un ambito del tutto nuovo, sia dal punto di vista territoriale che dei problemi sociali ed economici. Se quanto hanno fatto le cooperative di comunità dell’Appennino reggiano partiva per risolvere problemi di spopolamento, di abbandono dei paesi da parte dei giovani, di ricreare economia, con Impossibile il campo d’azione è del tutto diverso, ma molto stimolante e avvincente. Creare comunità non in un piccolo borgo appenninico, ma in quartieri cittadini con problemi molto complessi e con tantissima ed eterogenea popolazione è sicuramente una bella sfida. Provare a sfidare l’impossibile è nella natura della cooperazione, e quindi è possibile’.
Fulvio Bucci, neo presidente della cooperativa di Reggio Emilia ha spiegato che “l’impresa che oggi prende forma è da un lato punto di arrivo di un percorso e dall’altro inizio di un’avventura nuova. Approdo di un lavoro intenso e fecondo che da parecchi mesi vede impegnati soggetti variegati, che grazie a questa occasione, hanno raggiunto un risultato nient’affatto scontato: quello di rischiare insieme, di mettere le proprie capacità imprenditoriali, artistiche e di volontariato a servizio della comunità. Prima di tutto siamo ‘andati a scuola’ per imparare da chi è più esperto e da chi ci ha preceduto. Ed è l’inizio di una sfida non semplice, ma affascinante, per diventare motore e anima di iniziative economiche a impatto comunitario in ambito urbano. Allo stesso modo ora siamo pronti ad andare a scuola dalla comunità che abita i quartieri e i territori dove viviamo e operiamo per crescere insieme e lavorare per creare piccole economie comunitarie e solidali. Consapevoli che si tratta di sperimentare scenari nuovi e disponibili a mettere a disposizione il nostro operato a servizio della comunità che vorremmo contribuire a sostenere e ri-creare.”
La Cooperativa di Comunità ‘Impossibile’ avrà sede in via Terrachini 18/O presso La Polveriera
tel. 0522.440981 info@coopimpossibile.eu