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Nuova sede per Parma 80 nell’anno del cinquantesimo dalla sua fondazione

Per Parma 80, la riapertura, dopo il lockdown, ha rappresentato un momento ancora più significativo. La sede della storica cooperativa di abitazione di Parma si è trasferita infatti da Piazzale Cesare Battisti a Viale Fratti al civico 56.
Dall’8 giugno soci ed avventori sono accolti, nel rispetto delle norme vigenti, nei locali accoglienti e luminosi allestiti con cura dei particolari e del comfort delle persone che ci lavorano.
Ma non è l’unica novità per Parma 80, che nelle scorse settimane ha cambiato anche il logo, semplice e d’impatto. La cooperativa, guidata da Alessio Stefani, classe 1983, succeduto l’anno scorso a Luigi Gandolfi, attualmente vicepresidente, si appresta quindi a guardare al futuro con rinnovato slancio, proprio nell’anno del cinquantesimo dalla sua fondazione.
Dal 1970, tanta strada è stata fatta. Oggi i soci sono 2400 e 909 gli alloggi realizzati con attenzione alla qualità e alla soddisfazione dei soci. In questo periodo si sta lavorando ad un cantiere importante in zona Santa Margherita che conta 77 alloggi in proprietà già assegnati. L’emergenza ha rallentato i lavori che comunque non subiranno significativi ritardi. Si sta progettando anche un nuovo intervento nella stessa zona, denominato Le Sinfonie e composto da 38 alloggi, 20 in edilizia libera e 18 convenzionata, con diversi alloggi già prenotati, la cui consegna è prevista nel 2022.
In assemblea, fissata per l’8 luglio, presenteremo un bilancio positivo con un utile di 235mila euro circa dopo le imposte” – dichiara il presidente Stefani – “Ad un anno dall’assunzione di questo incarico, posso ritenere di aver appreso molto dalla realtà nella quale mi trovo ad operare, cercando di dare il mio contributo professionale e tutto il mio impegno. In cooperativa occorre avere un approccio diverso rispetto ad altre forme di imprese essendo il fine la soddisfazione dei soci, la continuità, e la filiera cooperativa, ove possibile. Il settore in cui operiamo attraversa da tempo una crisi strutturale durissima, che va affrontata trovando rotte alternative proattivamente. La nostra Cooperativa opera nel settore prevalentemente della prima casa e, la scarsa crescita demografica, la volatilità e flessibilità del mondo del lavoro porterà nell’imminente futuro, ad una scarsa radicazione nei territori delle nuove generazioni di nostri soci. La sfida che dovremo cogliere sarà l’investimento su un business model votato alla locazione, la gestione e fornitura dei servizi all’abitare più che alla costruzione di prime case. Complice anche le direttive Europee da me integralmente condivise, ampiamente recepite nel nostro territorio, in materia di inibizione del consumo del suolo si dovrà necessariamente fare scelte strategiche volte alla riqualificazione di aree o immobili.”