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Proposta al Commissario Arcuri sulle mascherine “cooperative” lavabili certificate da ISS

Sono dispositivi medici di tipo I, in quanto hanno ottenuto dall’ISS l’approvazione alla produzione e alla commercializzazione grazie alla conformità alle norme UNI EN 14683 e UNI EN ISO 10993 (e in attesa della certificazione CE per la metà di maggio), sono lavabili 15 volte e prodotte con un trattamento anti-goccia (che blocca le goccioline espulse da chi le indossa) e anti-microbico.

Si tratta delle mascherine che 12 cooperative hanno iniziato a produrre poco più di un mese fa, grazie ad un progetto congiunto con Legacoop, e vendute fino ad oggi in 681mila pezzi.

Adesso, nel momento in cui l’avvio della fase due rende probabile un aumento della domanda di questi dispositivi di protezione individuale, le cooperative che le producono (coordinate dalla Cooperativa Sociale Quid) hanno scritto al Commissario Straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, affinché valuti la loro disponibilità, su forniture di oltre 500mila pezzi, di assicurare un prezzo unitario al distributore che, considerando la possibilità di utilizzo della mascherina fino a 15 volte, ammonterebbe ad € 0,25+IVA (risultante dal prezzo complessivo diviso per le 15 volte in cui la mascherina può essere utilizzata).

“Le mascherine prodotte dalle nostre cooperative -sottolinea il Presidente di Legacoop, Mauro Lusetti- sono frutto di un progetto che abbiamo attivato in linea con il principio della cooperazione tra cooperative per dare un contributo al Paese in un periodo di grave emergenza, stando al fianco dei lavoratori e delle comunità. A differenza delle produzioni usa e getta, queste mascherine, realizzate in tessuto naturale e utilizzabili più volte, rispondono all’obiettivo di una produzione ed un consumo sostenibili e sono frutto di un percorso di riconversione industriale totalmente italiano”.

Ordini: www.arbizzi.it