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Un progetto di incubatore e un Fab Lab in partenza a Bagnolo in Piano, c’è anche Legacoop

Sala consiliare gremita per il dibattito pubblico del 16 novembre in Sala del consiglio, organizzato dall’amministrazione comunale di Bagnolo in Piano che ha coinvolto istituzioni, associazionismo di categoria, rappresentanti del mondo economico e realtà produttive, commerciali e imprenditoriali del territorio bagnolese. Obiettivo della tavola rotonda, individuare buone pratiche di politiche territoriali in grado di innescare lo sviluppo sociale ed economico e favorire azioni concertate tra settore pubblico e privato. All’incontro, coordinato dal sindaco Paola Casali, sono intervenuti Nunzio Dallari (presidente CNA), Stefano Landi (presidente Camera di Commercio), Roberto Meglioli (responsabile rendicontazione sociale Legacoop Emilia Ovest), Donatella Prampolini Manzini (presidente Confcommercio) e Mauro Severi (presidente Associazione Industriali).

“I cambiamenti di natura economica, sociale e infrastrutturale provocati dalla crisi negli ultimi anni – ha esordito il sindaco Paola Casali – rendono indispensabile una nuova stagione di politiche territoriali, in grado di affrontare le trasformazioni in atto e di individuare nuovi modelli di sviluppo sostenibili, solidi e di ampio respiro. Molti dei nostri concittadini vivono momenti difficili e i timidi segnali di ripresa fanno restare comunque alta la soglia di attenzione dell’amministrazione comunale nei confronti della nostra economia».

L’incontro è stato l’occasione per anticipare un progetto di incubatore che prenderà il via nei prossimi mesi nei locali del Centro Giovani di Bagnolo grazie alla collaborazione con Giampaolo Melli, imprenditore nel campo dell’automazione industriale, titolare di Stilla 3D. L’incubatore affiancherà professionisti e startup mettendo a disposizione uno spazio fisico e servizi mirati a supportare lo sviluppo di progetti di business, e un fab lab, un piccolo laboratorio/officina con una stampante 3D che offrirà servizi personalizzati di fabbricazione digitale. Uno spazio dove macchinari all’avanguardia e tecnologie di ultima generazione saranno a disposizione del pubblico per dare forma a idee e progetti innovativi, in cui sarà possibile costruire e prototipare quasi qualsiasi cosa sfruttando un mix di tecnologie digitali e macchine analogiche. Grande rilievo sarà dato anche alle attività formative, con progetti rivolti a un pubblico trasversale.

“Come affrontare il tema della ricerca e dell’innovazione, in particolare in un sistema produttivo composto soprattutto da piccole aziende – ha spiegato la Casali – è una questione cruciale per la crescita del nostro territorio. L’incubatore di idee stimolerà la crescita del potenziale creativo dei nostri giovani e favorirà nuove sinergie volte a creare opportunità di sviluppo e occupazione, creando collegamenti con le realtà produttive del territorio. Vogliamo poter offrire un luogo di aggregazione e di condivisione dei saperi, dove le competenze si acquisiscano “facendo”, grazie soprattutto alla possibilità di fare rete”.

La capacità di innovare e di fare rete è stata il filo conduttore di tutti gli interventi. Stefano Landi ha sottolineato come per far fronte alla crisi sia doveroso “offrire alle piccole imprese nuove opportunità per crescere, superando il modello industriale tradizionale e iniziando a ragionare in termini di reti di imprese”, strumenti indispensabili per aggredire i mercati esteri. “La capacità di fare innovazione poi dev’essere supportare da un’adeguata formazione”.

Concorde Mauro Severi, che ha illustrato la centralità di Reggio Emilia all’interno di un progetto di area vasta “mediopadana” in cui ciascun attore amministrativo, economico e sociale sia considerato partner e non più competitor, e ha sottolineato come in questa prospettiva sia indispensabile “puntare sulla conoscenza, soprattutto su quella tecnico-scientifica, e rafforzare la rete e il coordinamento della ricerca”.

Anche per la cooperazione il futuro si chiama area vasta: secondo Roberto Meglioli “l’apertura al confronto e la contaminazione oggi sono indispensabili, così com’è prioritario sviluppare una serie di nuove attività e startup” in grado di dialogare con le strutture che a Reggio Emilia andranno a costituire la Cittadella della conoscenza.

Per Donatella Prampolini Manzini non basta abbattere le barriere di accesso all’impresa: «Per evitare che le startup – specialmente nel campo del commercio – abbiano vita breve, servono piani commerciali in grado di dare indirizzi precisi» e politiche che incentivino le nuove attività in base alle esigenze specifiche dei territori.

Nunzio Dallari ha sottolineato la necessità per le imprese artigiane di adeguarsi ai cambiamenti del mercato instaurando nuove sinergie con le aziende medie e grandi che lavorano in ambito internazionale. «I mercati chiedono sempre di più e chiedono cose che fino a ieri pensavamo di non essere in grado di fare. E invece progettiamo e siamo accettati nel mondo».

Grande partecipazione anche da parte del pubblico presente in Sala del consiglio, che si è confrontato con il sindaco e con i relatori su come l’amministrazione possa mettere le attività del territorio nelle condizioni ottimali lavorare al meglio: aiutando le aziende a semplificare il più possibile le procedure burocratiche, segnalando gli eventuali finanziamenti europei, fornendo una rete di servizi e infrastrutture sempre migliore, restituendo ai luoghi del commercio un ruolo di aggregazione, valorizzando le produzioni locali, promuovendo la formazione, incentivando il cambiamento e le nuove idee. “Promuovere l’economia e il lavoro – ha concluso Paola Casali – vuol dire liberare le energie del territorio e offrire a tutti un’opportunità di crescita. Il nostro auspicio è che le realtà produttive, commerciali e imprenditoriali bagnolesi possano diventare sempre più dinamiche, competitive, accessibili e soprattutto resilienti alla crisi, cioè capaci di tradurre le difficoltà in opportunità, pur preservando la propria identità e peculiarità. Un’amministrazione comunale non può sostituirsi agli imprenditori, ma deve creare tutte le condizioni affinché l’imprenditoria possa operare al meglio”.