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“Un referendum che comporta alcune modifiche significative nella direzione della modernizzazione del paese”, Giovanni Monti al nostro incontro a Piacenza

“La mia speranza è il che il nostro Paese dimostri la capacità di autoriformarsi, è questo il significato più importante della consultazione referendaria a cui siamo chiamati”. Parola del Sottosegretario all’Economia Paola De Micheli, ospite del confronto, promosso da Legacoop Emilia Ovest, sugli “aspetti positivi” della riforma costituzionale sottoposta a referendum il 4 dicembre prossimo.

Il dibattito, che si è tenuto nella cappella Ducale di Palazzo Farnese di Piacenza ha visto la partecipazione del presidente regionale della centrale cooperativa Emiliano Romagnola Giovanni Monti e del giornalista Rai Ruggero Po.

A fare gli onori di casa Maurizio Molinelli, vicepresidente di Legacoop Emilia Ovest, che ha sottolineato l’importanza dell’appuntamento di domenica prossima, invitando tutti a recarsi a votare. Ruggero Po, “storico” conduttore radiofonico di Zapping e Radio Anch’io su Radio Uno Rai, ha fornito un quadro d’insieme della riforma costituzionale, soffermandosi su alcuni dei punti salienti.

Il presidente Monti ha spiegato la posizione di Legacoop: “Il mondo cooperativo deve rappresentare i tutti cooperatori, per questo abbiamo deciso di assumere un atteggiamento unitario come Alleanza delle cooperative sull’importanza del referendum e la necessità di un’informazione completa”. Un referendum che “comporta alcune modifiche significative nella direzione della modernizzazione del paese e per cambiare un quadro sostanzialmente bloccato”.

“Abbiamo espresso un deciso parere favorevole – ha aggiunto – perché questa riforma si possa concretizzare. Non si mette mano ai principi fondamentali della Carta e si mantiene un equilibrio tra i ruoli del Capo dello Stato e del capo del Governo, con una funzione del Parlamento semplificata ma ancora forte. Sul tema del rapporto tra Stato e Regioni si sciolgono finalmente alcuni nodi di un federalismo a volte esasperato che ha generato più problemi che soluzioni, con distinzioni forzate tra le singole Regioni su alcune regole e normative”.

“É importante che siano riportati all’unità – ha concluso – alcuni strumenti legislativi con l’attenzione a mantenere sui territori i compiti importanti come la sanità. Si superano anche le province e noi come Legacoop le abbiamo già superate come un recinto obsoleto. La riforma della rappresentanza in termini statuali deve essere uno stimolo per rivedere le forme della rappresentanza in senso lato, che aiuti la società ad avere più voce”.

Paola De Micheli ha espresso la speranza di un paese “che riesca ad autoriformarsi”: “Questo è un tema molto importante, ed è un peccato che ci sia stata una commistione con gli argomenti di Governo che non c’entrano con la consultazione. Ci sono temi della riforma che la discussione pubblica di queste settimane tende a dimenticare, utili anche alle imprese come le vostre. Ad esempio verrà introdotto per la prima volta in Costituzione il principio della trasparenza. E’ una questione non banale per i cittadini e le imprese: questo principio inciderà anche su alcune delle azioni quotidiane nel vostro lavoro di imprenditori”.

“Sarà introdotta la parità di genere – ha proseguito – nella Carta e quindi ci saranno vincoli più forti per valorizzare i ruoli femminili da parte di tutti gli enti locali. Inoltre un amministratore pubblico che ha mandato in dissesto un ente con la sua azione di governo, non potrà più fare carriera politica perché non sarà più eleggibile. Non abbiamo toccato le autonomie speciali, ma nel nuovo equilibrio tra i territori le Regioni virtuose potranno chiederne di più, mentre verrà tolta a quelle Regioni che non rispettano i livelli essenziali di assistenza o il pareggio di bilancio”.

“In tutti i dibattiti sul referendum la composizione e i poteri del Senato – ha fatto notare il Sottosegretario all’Economia – sono al centro dello scontro tra sì e no, io credo che questo sia uno degli aspetti qualificanti della riforma. I territori avranno una rappresentanza diretta nel Senato riformato e sarà lasciato spazio anche alle minoranze politiche nelle singole Regioni, un principio di garanzia da non sottovalutare. Il nuovo Senato inoltre avrà competenze molto dirette nel rapporto verticale tra istituzioni, con ricadute dirette sulle pratiche di governo”.

“La lentezza del nostro processo legislativo è storicamente – ha proseguito – legata alla composizione difforme e asimmetrica delle due Camere. In questo sistema può sempre scattare un meccanismo di ricatto delle minoranze. La riforma supera questo meccanismo: un conto è il rispetto dell’equilibrio tra poteri, che viene mantenuto, ma all’eccessivo potere di mediazione delle minoranze occorre porre un rimedio vero”.

E alle accuse di una riforma che stravolge la nostra democrazia, Paola De Micheli ha fatto notare che le proposte del passato avevano un impatto ben più forte: “Con la riforma proposta – ha concluso – dalla bicamerale di Massimo D’Alema, si introduceva il semipresidenzialismo, questa riforma invece non cambia il sistema di potere. Non parliamo della devolution, che che portava a un rivoluzionario mutamento nel rapporto tra enti locali”.