Pubblichiamo il ricordo della cooperativa CAIREPRO in memoria dell’ingegnere Franco Valli, fondatore della storica società, nata nel 1947 dalla visione e dal coraggio di Architetti e Ingegneri professionisti. Grazie a questo atto pioneristico, ha visto la luce la prima Cooperativa di questo tipo, che ancora oggi si distingue per dinamismo, qualità e capacità di proporre innovazioni nel settore.
Ci uniamo al cordoglio della famiglia, dei cooperatori e degli amici di Franco Valli, di cui la cooperazione porta avanti valori e un vivido ricordo.
“Ci ha lasciato l’ing. Franco Valli, cofondatore e presidente per trent’anni della nostra cooperativa, dalla quale per tutta la sua vita professionale ha contribuito all’ingegneria, all’architettura, alle professioni tecniche, per Reggio Emilia e non solo.
Aveva quasi 97 anni e nell’ormai lontano 1947 insieme ad altri studenti del Politecnico di Milano aveva fondato lo Studio Cooperativo di Costruzioni Civili, divenuto poi nel 1952 Cooperativa Architetti e Ingegneri, la prima cooperativa di laureati d’Europa e probabilmente del mondo.
Quella piccola costituente di talenti, con convinzioni profonde anche se diverse tra loro, morali, sociali, politiche, con la guerra e la Resistenza alle spalle e davanti a sé la Repubblica e un Paese da ricostruire nella sua convivenza civile, fu un’idea innovativa, visionaria, in qualche modo rivoluzionaria.
Un’idea allora solitaria, ma poi destinata a fare scuola, a mutare profondamente il modo di intendere la professione tecnica del progettista e ad avere un posto nella storia della cooperazione mondiale.
Se infatti non c’è dubbio che la Cooperativa Architetti e Ingegneri è nata al centro di quell’Emilia che ha avuto nella cooperazione il suo più importante strumento di sviluppo e di rinascita del dopoguerra, e che questa circostanza può certamente avere influenzato Valli e gli altri cofondatori, nel contempo non c’è alcun dubbio che la scelta della forma cooperativa non è stata dettata unicamente da questa circostanza, ma ha portato con se un valore: la volontà di agire in una rinnovata visione della professione dell’architetto e dell’ingegnere.
Infatti, dopo le distruzioni e le divisioni della guerra, la Cooperativa Architetti e Ingegneri ha portato nell’esercizio della professione un modello collaborativo, generatore di una autorialità condivisa, dove la discussione era il metodo, in aperta antitesi rispetto al personalismo che aveva fino ad allora caratterizzato, e troppo spesso ancora caratterizza, gli studi professionali.
Questo approccio è stato ed è nel contempo causa ed effetto di una delle più importanti caratteristiche di Caire, filo conduttore di questi settant’anni: l’ampia multidisciplinarità e la stretta integrazione dei saperi, che ne fanno un esempio raro se non unico nel panorama delle professioni.
E così tra le tante storie dei primi passi, epici e visionari, raccontate da Franco Valli, sempre condite dalla sua gentile ironia ed a volte da una lucida ed intelligente irriverenza, ci piace ad esempio ricordare la testimonianza di come negli anni ’60 realizzò gli studi di sull’incidenza delle malattie (la “morbilità”, diceva) incrociandola poi con i dati statistici della popolazione per instaurare, per la prima volta in Italia, un metodo scientifico per il dimensionamento dei reparti ospedalieri.
Fino a quando, pochi anni fa, consegnandogli copia dello statuto fondativo originale del 28 novembre 1947 di Caire, chiedendogli come mai risultasse tra i nomi quello di suo fratello Romolo Valli, il famoso attore, rispose: “Sa, noi eravamo troppo impegnati a studiare al Politecnico di Milano, così alla costituzione della cooperativa andò mio fratello al mio posto”. Sì, erano ancora tutti studenti!
O infine il racconto di quando con gli altri soci, da giovani cooperatori, andarono ad iscriversi alla Lega Nazionale delle Cooperative e Mutue e il funzionario, togliendosi gli occhiali disse: “Una cooperativa di architetti e ingegneri? Voi siete matti, le cooperative le fanno i muratori, i braccianti, i birocciai, non i professionisti!”.
Avevano visto lontano Valli e gli altri cofondatori, e noi siamo loro grati, grati per essere stati così matti, così visionari.
Quell’eredità, la sua, la loro eredità è ancora viva. Dopo quasi 75 anni, siamo ancora matti, oggi come allora, matti di qualità, di rigore intransigente, matti di passione per il nostro lavoro: sì, matti da legare.”